lunedì 15 agosto 2016

Considerazioni estive sul Nulla

Proprio in questi giorni mi è capitato di imbattermi in qualcosa di ben "diverso" dall'ordinario, qualcosa che in grandi città è molto difficile incontrare, ovvero una delle espressioni del Nulla. Non il Nulla come lo immaginano i bambini, bensì un Niente costituito dall'impressionante uniformità delle cose percettibili in un dato periodo. A me è capitato di averne a che fare navigando, sulla barca di mio padre, per diciotto ore da Napoli a Salina. Dal momento in cui le isole partenopee sono lentamente scivolate al di sotto dell'orizzonte, questa creatura gigantesca ed immateriale ha incominciato ad attanagliarmi i sensi; sia ben chiaro, non che non riuscissi a vedere o sentire nulla, ma l'immutabilità di quello che percepivo faceva prendere forma a questa impressione di Nulla che mi circondava. Fin dove il mio sguardo (un tantino astigmatico) poteva vedere, non c'era altro che un'infinita distesa blu scuro ed una sottile linea che la divideva da una ancor più infinita distesa azzurro pallido, e le mie orecchie non percepivano altro che il fruscio del vento sulle vele e il leggero scrosciare delle onde sotto la prua. Spesso chiudendo gli occhi speravo di sentire uno dei rumori a me più familiari come un clacson impazzito, un'imprecazione di un uomo nervoso, un pianto di neonato o una campanella scolastica ma... niente, non percepivo niente. Decisi dunque di trovare una soluzione che ovviasse a questo problema, che altrimenti mi avrebbe fatto impazzire, e così mi distesi sul legno caldo della barca e rimasi lì con l'intenzione di farmi fluire dentro questo mostro senza corpo; dopo cinque ore di immobilità totale in dormiveglia, il rilassamento che trassi da questa esperienza fu tale che per i due giorni successivi alla navigazione, tornato alla normalità rumorosa e caotica delle isole, non mi riuscì di arrabbiarmi in alcun modo, sebbene i tentativi dei miei familiari fossero stati sicuramente degni di nota. In questi ultimi giorni infatti sto cercando di ritrovare questo Nulla che ho perso, sotto ai massi, sulle spiagge, in fondo al mare, ma, ovviamente, invano.


S. S.






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