martedì 24 novembre 2015

Il comandante dei Galli e Valerio Massimo, un duello "diverso"

Ciao a tutti! 
Oggi vi propongo questa versione di Gellio, che abbiamo tradotto in classe:

Valerio Corvino

Valerio Massimo, sotto il consolato di Lucio Furio e Claudio Appio, diventa tribuno militare mentre
le grandi truppe dei Galli invadono l’agro Pontino. Il comandante dei Galli, guardandosi intorno e guardando dall’alto verso il basso tutte le cose con disprezzo e superbia, ordina di avanzare ed avvicinarsi, se qualcuno in tutto l’esercito Romano avesse il coraggio di combattere con lui. Allora il tribuno Valerio si fa avanti intrepidamente e con modestia; si avvicinano, si fermano e già vanno alle mani e in quel momento accade un prodigio divino: un corvo inaspettato repentinamente accorre (in volo) e si poggia sull’elmo del tribuno e comincia ad attaccare occhi e bocca del nemico, (si) lancia sopra, (lo) disturba e graffia la mano dell’avversario con le unghie e (gli) disturba la vista con le ali e in seguito volge indietro (ritorna) sull’elmo del tribuno. In questo modo, il tribuno, mentre entrambi gli eserciti osservano, affidandosi al suo valore e aiutato dall’azione dell’uccello, vince e uccide il ferocissimo capo dei nemici e per questa ragione ha il soprannome di Corvino. Ciò è accaduto nell’anno 405 dopo la fondazione di Roma. Il divino Augusto pose nel suo Foro una statua a questo Corvino. Sul capo della sua statua c’è la figura di un corvo, ricordo dell’avvenimento e della battaglia, che abbiamo narrato.

Il mio commento

Uno dei temi più importanti di questa versione è la rappresentazione del diverso. Infatti, già dalla presentazione dei duellanti emerge la diversità dei protagonisti: il comandante dei Galli viene rappresentato come una persona superba, arrogante e fin troppo sicura di sé, mentre il tribuno romano viene introdotto come una persona coraggiosa e modesta, caratteristica importante per la carica militare che aveva. L’autore, quindi, vuole esaltare la differenza tra il classico tribuno militare romano, intrepido condottiero, ed il barbaro, cioè lo straniero invasore. Quest’ultimo, veniva messo sempre in cattiva luce, per acclamare il romano, che si distingueva in quanto superiore e migliore rispetto al barbaro. Il tema del diverso emerge anche come elemento decisivo del racconto, in quanto l’intervento divino, aiutando i più valorosi, sostiene il tribuno romano e gli consente di vincere la battaglia contro lo straniero gallo. Diversa, quindi, è la sorte e la benevolenza divina, che tra i due contendenti premia il tribuno, il quale, oltre alle sue virtù fisiche e caratteriali, può contare anche sull’appoggio degli dei.

SF

         

martedì 10 novembre 2015

La diversità è una risorsa speciale



Ciao ragazzi,

oggi voglio riflettere con voi sul significato di diverso nella società contemporanea, in particolare sulla diversità rispetto agli uomini.
Ognuno di noi ha una propria concezione della parola diverso, ma se cercassimo sul dizionario sotto la voce “diverso” troveremmo la definizione: ciò che non è lo stesso, che è differente, dissimile per natura, qualità, aspetto ecc...            
Consideriamo  diverso tutto ciò che non è ordinario, basti pensare a quelle persone di colore che erano e sono considerate diverse solo perché hanno un diverso colore della pelle, oppure all’amore tra due uomini o tra due donne, considerato diverso solo perché ad amarsi non sono un uomo e una donna. Anche i diversamente abili, considerati diversi solo perché hanno determinati limiti, o ancora quelle persone che non la pensano come te, e così via, entrano a far parte di una lista di esempi purtroppo lunghissima.

La maggior parte delle volte l’uomo è solito accostare tutto ciò che è diverso ad un qualcosa che è negativo e sapete perché? Perché l’uomo non vuole cambiare, non vuole allontanarsi dal proprio concetto di vita quotidiana basato su un solo modo di vedere e fare le cose. Secondo me, invece, proprio questa può rivelarsi una grande risorsa che ha da offrirti il diverso, ovvero un nuovo modo di vedere e fare le cose, di confrontarti con altre persone, punti di vista, che possono farti riflettere e alcune volte migliorare. Inoltre alle volte sono proprio le persone considerate diverse che possono rivelarsi determinanti: basta pensare ai giocatori di colore che hanno completamente rivoluzionato il modo di fare pallacanestro, oppure ai diversamente abili che in realtà hanno delle abilità che noi non possiamo neanche immaginare. Insomma secondo me il diverso è un concetto astratto perché alla fine siamo noi che attribuiamo questo appellativo alle persone, senza sapere che sono proprio loro quelli che possono darci qualcosa in più , quindi secondo me il termine corretto non è diverso ma speciale, perché in effetti ognuno di noi è diverso, ma se ci pensiamo è anche questa la bellezza della vita… Pensate se tutti fossimo uguali, pensate a miliardi di persone che pensano e fanno la stessa cosa allo stesso momento... sarebbe bruttissimo, vero? In conclusione, quello che voglio dirvi è:

quando pensate che la persona che avete davanti a voi è diversa, non escludetelo, non emarginatelo, perché ognuno di noi ha qualcosa da dire, e vedrete che sarà proprio lui che alla fine vi darà “qualcosa in più”.        
SF                               

lunedì 9 novembre 2015

De bello Gallico, VI, 12



1-5

1. Quando Cesare giunse in Gallia, erano capi di una delle due fazioni gli Edui, dell'altra i Sequani. 2. Questi, valendo meno di per sé, poiché la più grande autorità era fin dall'antichità nelle mani degli Edui e grandi erano le loro clientele, avevano aggiunto a loro i Germani ed Ariovisto ed avevano attirato a sé quelli con grandi elargizioni e promesse. 3. Ma portate a termine molte battaglie favorevoli e uccisa tutta la nobiltà degli Edui, li avevano superati a tal punto per potenza, 4. che facevano passare una gran parte dei clienti dagli Edui a sé e ricevevano come ostaggi i figli dei capi e li costringevano a giurare pubblicamente che non avrebbero intrapreso nessun progetto contro i Sequani e (a tal punto) che possedevano una parte del territorio confinante, occupata con la forza, e detenevano il principato di tutta la Gallia. 5. E spinto da questa necessità, Diviziaco, per chiedere aiuto, recatosi a Roma presso il Senato, era ritornato indietro senza che la cosa fosse portata a termine.

LI

1-4

Quando Cesare andò in Gallia, i capi di una fazione erano gli Edui, dell'altra i Sequani. Questi valendo di meno da soli, poiché nell'antichità la somma autorità era in mano agli Edui e grandi erano le loro clientele, avevano unito a sé i Germani ed Ariovisto e li avevano legati a sé con grandi elargizioni e promesse. In seguito, dopo che furono combattute davvero tante battaglie e dopo che fu annientata tutta la nobiltà degli Edui, li avevano superati così tanto in potenza che condussero gran parte delle clientele dagli Edui a sé e da questi ebbero come ostaggi i figli dei capi e li costrinsero a giurare pubblicamente che non avrebbero intrapreso nessuna decisione contro i Sequani e tanto che possedevano parte del territorio confinante, occupato con forza, e mantenevano la supremazia su tutta la Gallia.

DB

Diversità e diritti

Dalla storia studiata o raccontata, mi sembra di capire che ogni epoca e cultura abbia avuto problemi con la "diversità". Cosa sia la diversità è difficile da stabilire, forse è tutto ciò che è distante da noi e che, per qualche motivo, ci inquieta, disturba o fa paura.
Oggi sento spesso parlare di omofobia, cioè di avversione verso l'omosessualità, maschile o femminile, eppure mi sembra di ricordare che già nel mondo greco e latino si parlasse liberamente di amore saffico; poeti, filosofi ed uomini pubblici erano liberi di amare senza suscitare scandali.
Le stesse civiltà e in particolare in Grecia quella spartana erano invece a volte intolleranti nei confronti della "diversità" fisica. Altre culture poi hanno discriminato, e ancora lo fanno, le donne.
La storia ci ha insegnato quali follie si possano mettere in pratica in nome di una fantomatica purezza di razza. Penso ad esempio al nazismo e all'apartheid in Sudafrica.
Nel piccolo della nostra quotidianità, capita di sentire insulti o derisioni verso chi magari è solo più grasso, porta gli occhiali, ha un'evidente difficoltà fisica o intellettiva, o per il colore della pelle.
Non riesco proprio a capirlo, sono forse così profondamente cristiano da non riuscire a trovare ragioni nella discriminazione. Trovo insopportabili la violenza di cui ci si rende capaci per affermare un qualsiasi primato di razza, scelta religiosa e orientamento sessuale.
Trovo in realtà detestabili anche tutte le forme di ostentazione per affermare alcuni "diritti". Davvero dobbiamo vergognarci di esporre il crocifisso, per tutelare la libertà religiosa? E' giusto che una coppia omo pretenda il matrimonio (la parola italiana matrimonio continua la voce latina matrimonium, formata dal genitivo singolare di mater, ovvero matris, unito al suffisso –monium, collegato, in maniera trasparente, al sostantivo munus ‘dovere, compito’) o basterebbe un patto civile di riconoscimento? Insomma l'ostentazione e gli eccessi di chi è ritenuto ingiustamente diverso mi infastidiscono quanto la discriminazione stessa.
 
LI

giovedì 5 novembre 2015

De bello Gallico, VI, 11

Ciao a tutti ! 
Vorrei pubblicare qui una riflessione di Caio Giulio Cesare sulle differenze culturali e sociali esistenti tra Romani, Galli e Germani. L'opera da cui traggo il suo pensiero è il noto "De bello Gallico", in particolar modo il capitolo 11 del VI libro:

"Poiché si è giunti a questo punto, non sembra essere errato parlare delle usanze della Gallia e della Germania e dire in che cosa questi popoli differiscano tra loro. In Gallia non solo in tutte le città e in tutti i villaggi e dappertutto, ma anche quasi nelle singole case ci sono delle fazioni, e di quelle fazioni sono capi coloro che sono ritenuti avere la massima autorità a giudizio di quelli, al cui arbitrio e giudizio spetta la totalità di ogni cosa e decisione. E sembra che sia stato stabilito così per questo motivo, affinché nessuno della plebe avesse bisogno d'aiuto contro uno più potente; ognuno infatti non permette che i suoi siano oppressi e raggirati, e se si comportasse diversamente, non avrebbe alcuna autorità. Questa stessa organizzazione è presente in tutta la Gallia e infatti tutte le città sono divise in due parti."

E' stato un piacere scrivervi.. A presto !

FV

Un modo "diverso" per scegliere il meglio

Ciao a tutti, finalmente ho il piacere di scrivere sul nostro blog dedicato a tutti gli aspetti del diverso.

Stasera voglio raccontarvi una storia di viaggio, di conoscenza, di cose nuove e diverse dalle nostre.


Nella mia vita ho avuto occasione di viaggiare direttamente, ma anche con la fantasia, attraverso i racconti.


Ultimamente mio padre è andato in Cina e voglio condividere con voi un racconto che mi ha veramente incuriosito: in Cina non esistono più negozi di alimentari, gli approvvigionamenti si fanno solo on-line e nell'arco di un'ora è tutto a casa!

Anche in Italia si sta sviluppando un diverso modo di acquistare: nel nostro caso, però, per avere alimenti di migliore qualità. Infatti una cooperativa di pescatori pugliesi permette di scegliere il pescato direttamente dal peschereccio con foto on-line e di spedirlo direttamente a casa.
Questo è un bel modo "diverso" per scegliere il meglio! 
 
EGJP