martedì 17 maggio 2016

Donne romane: Clodia, una vedova allegra

Donne romane - mappa realizzata da Lorenza Pera
 
“Io credo proprio che tra le tante ragioni che determinarono la fama di Lesbia, la vedovanza allegra sia stata proprio il colpo di grazia”.
Secondo Eva Cantarella, autrice di “Passato prossimo”, una vedova allegra era decisamente peggio di una normale adultera, in quanto quest’ultima godeva comunque della protezione del marito. Lesbia invece, rimasta una donna sola, non fece niente per rassicurare i suoi concittadini in merito alle sue virtù. Mi attengo strettamente all’opinione della Cantarella, ma facendo riferimento a quanto accaduto con Celio e poi Cicerone, attualizzerei la questione collegandomi al detto “come semini, così raccogli”. Prima o poi, tutti nella vita dovremo essere, in un certo senso, giudicati. In ogni caso, Clodia, per la situazione in cui si trovava, ha sicuramente dovuto fare i conti con le decisioni prese nel proprio passato. I suoi tentativi di giustificarsi risultavano superflui e l'ostentazione sicura e inconfutabile della consapevolezza di sé erano per certi versi i tratti caratterizzanti di Clodia stessa. Era ciò che era, una donna inaccettabile dalla società in cui viveva, alla quale venne fatto pagare il conto per tutte le scelte prese, una donna che aveva usato in modo più che sbagliato la libertà, una donna che sicuramente non seminò bene in passato e che raccolse disprezzo e pene varie nel suo presente da vedova allegra. In quanto a noi, oggi, questo è un esempio concreto di ciò che accade nella nostra vita. Bisogna prima scalare la montagna, per poi godere del panorama; prima sudare ed imparare a giocare, per poi godere della vittoria; prima lavorare per poi godere di ciò che si guadagna e questo vale per tutto ciò che si fa. Perciò, seminate bene ora, e raccoglierete tanto domani, in modo sicuramente differente da Clodia.
L. P.

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