venerdì 25 dicembre 2015

La diversità del Natale

 Auguri! Buon Natale!!
...Dalle nostre parti Natale è così, lo sentiamo così e ci trasmettiamo gli auguri e i nostri sentimenti così. Anche io stasera auguro a tutti voi: BUON NATALE!
Ci sono altre parti del mondo dove è diverso o almeno lo sta diventando. Ho letto che iniziano a comparire in fondo alle mail dagli Stati Uniti pochi "Merry Christmas", molti "Happy Holiday Season". Il motivo? Il Natale è una festa religiosa e spesso il mittente non conosce la mia religione. La stagione delle vacanze riguarda tutti: meglio non correre rischi.
Una prova di delicatezza? No: un esempio di ignavia. Perché dovrei offendermi se mi augurano Buon Natale e non sono cristiano? Natale non è solo una festa religiosa ma un'occasione di pausa, di riflessione, di ritrovo.
Non lo dico io: lo dicono duemila anni di storia occidentale. Chi rifiuta schifiltoso il Buon Natale dovrebbe riununciare anche alle relative giornate di vacanza. Chissà perché, non lo fa nessuno.
L'idea che una religione possa essere offensiva, non è solo sbagliata: è pericolosa. Il rispetto sta degenerando in qualcos'altro.
In America già accade: sta arrivando anche da noi. Non c'è solo la religione. Nelle università americane molti studenti non vogliono essere turbati. Ho letto che a Yale inveiscono contro le autorità accademiche che rifiutano di vietare i costumi di Halloween. Altrove hanno ottenuto che i testi letterari portino un avvertimento (trigger warning). Il "Grande Gatsby" di Francis Scott Fitzgerald? "Attenzione: abusi domestici, violenze esplicite". "Mrs Dalloway" di Virginia Woolf?  "Cautela: tendenza suicida". Jeannie Suk, docente della Harvard Law School, racconta che una studentessa/uno studente ha chiesto di "non usare il verbo violare" in espressioni come "violare la legge" perché potrebbe traumatizzare chi fosse stato oggetto di violenza sessuale. Qui conduce la patologia del rispetto.
Fermiamoci, siamo in tempo per salvare la nostra cultura e il nostro Natale.

EGJP

giovedì 24 dicembre 2015

Cos'è il Natale?

Ognuno darebbe una risposta diversa a questa domanda, perché ognuno ha una concezione diversa del Natale.

Molti ritengono che il Natale sia una festa commerciale e mettono in secondo piano il vero senso di questa festa, il vero motivo per cui si festeggia: la nascita del nostro Salvatore.
Prima tutto era diverso, il Natale era davvero Natale, e si era felici non per i regali, ma per quel momento magico, portatore di serenità e gioia, in cui tutta la famiglia si riuniva e pregava e ringraziava per quello che aveva avuto e per ciò che aveva vissuto. Questa gratitudine man mano è scomparsa e ha portato via con sé anche i valori... quelli veri.
Adesso i protagonisti sono i regali, regali a non finire, oggetti che prima o poi butteremo e dimenticheremo nell'angolo più remoto della stanza, quello in cui si accumula più polvere. Una polvere che riempie i nostri cuori e che dovremmo spazzar via per dar spazio alla vera gioia, una gioia scaturita da un "grazie" e non dallo scartare cose materiali.
Come sarebbe bello se al posto dei regali ci fossero solamente degli abbracci, abbracci di persone che si amano, di persone che a Natale siedono tutte insieme intorno al presepe, felici di godersi questo momento! Uno dei momenti più preziosi della nostra esistenza. Un momento che probabilmente diamo per scontato.
 
AL

venerdì 18 dicembre 2015

Buon Natale dalla II A!


Ciao a tutti!
Questa è la nostra traduzione del Vangelo di Luca 2, 1-18:

Ma accadde, in quei giorni uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. E andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella propria città.  Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla Galilea dalla città di Nazaret salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, la moglie  incinta. Ma accadde che, mentre si trovavano in quel luogo, ebbe il suo travaglio (si compirono per lei i giorni del parto), diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. C'erano in quella stessa regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Ed ecco un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: «Non temete; ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: perché è nato per voi oggi il salvatore, che è Cristo Signore, nella città di Davide. Questo è per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l'angelo una moltitudine della schiera celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà». E accadde che non appena  gli angeli si allontanarono verso il cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, e verifichiamo quanto detto, ciò che è accaduto, ciò che il Signore ci ha mostrato». Andarono affrettandosi e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che dai pastori erano state dette.
 
Ed ecco il nostro commento:
 
Il brano evangelico di Luca presenta la nascita di Gesù come evento straordinario, seppure perfettamente contestualizzato nella realtà e nella storia. Si parla infatti delle doglie di Maria, dell'impossibilità di trovare posto in albergo a Betlemme, con un chiaro riferimento al censimento voluto da Cesare Augusto, si descrivono le persone presenti come i pastori, ed ovviamente gli stessi Giuseppe e Maria. Eppure si parla di "segni", quindi si dà per assunta la straordinarietà dell'evento: una "multitudo" di angeli, oltre l'Angelo Annunciatore, proclama la gloria di Dio per la nascita del Cristo, del Messia atteso. E' commovente la descrizione della meraviglia dei pastori, gente semplice che aveva bisogno di verificare quanto gli era stato riferito, ma soprattutto è toccante il dignitosissimo riserbo di Maria.
Per noi che crediamo, è l'evento che ha segnato la storia del mondo, la storia di ciascuno di noi: Gesù assume la natura umana per vivere la storia dell'uomo. Gesù è annunciato come pastore del mondo, come primizia, primogenito puro. Come la tradizione pastorizia di quella gente poteva comprendere e accogliere, per noi è il segno del buon padre, del custode perfetto. Di Giuseppe si dice che aveva preso in moglie Maria già incinta; Giuseppe, l'uomo della fede, colui che ci ha insegnato per volontà di Dio che i legami di sangue sono importanti, ma non necessari per creare rapporti di amore familiare. Maria poi è la pura, l'obbediente; la sua coraggiosa scelta, il suo "sì" ha consentito al mondo di conoscere Dio, il Suo progetto di Amore e salvezza per ogni uomo. In un contesto semplice e povero, Maria l'umile, pur tenendo per sé ogni cosa, dà vita al Miracolo di Amore più grande che l'umanità abbia conosciuto.
 
E per finire, questo è il presepe che abbiamo realizzato:
 








 
 
Buon Natale a tutti i lettori di #UnClassicoDiverso!

martedì 15 dicembre 2015

Secundum Lucam 2, 1-18 - Nativitas Christi

Lettura del Vangelo di Luca 2, 1-18 in latino e greco e realizzazione di un presepe.
Percorso multidisciplinare: religione (prof.ssa Roseto) - storia dell'arte (prof.ssa Andreano) - latino e greco (prof. Mirante).

A presto per la nostra traduzione del passo tratto dal Vangelo di Luca e per le foto del presepe ultimato!
 
 


 
 
 
 
 
Clicca qui per aprire la gallery (prima parte):
 


 


sabato 12 dicembre 2015

Fotocopie

Il mondo è afflitto da milioni di problemi.
Uno di questi siete voi bulli e il vostro comportamento.
Voi, bambini vuoti dentro e il cui cervello è spento.
Voi, che non avete niente da fare, se non prendere in giro il prossimo,
non vi vergognate?
Vi sentite onnipotenti, ma non siete nessuno,
non avete alcun potere. Come fate a dormire la notte
sapendo di aver fatto soffrire qualcuno?
Vi sentite fieri di questo?
Vi sentite fieri di ciò che fate?
Prima o poi vi sporcherete le mani di sangue,
perché la vittima delle vostre prese in giro
e delle vostre offese potrebbe suicidarsi da un momento all'altro.
Cosa che ognuno di voi farebbe se provasse, anche solo per un'ora,
ad affrontare le sue difficoltà.
Le difficoltà di affrontare persone come voi.
"Mercenari" armati della spada più letale ed affilata...
la parola.
Una parola che usate solo per far del male.
Da chi siete stati arruolati? Dal male in persona?
Non siete diversi da coloro che giudicate.
Anzi, siete solo fotocopie e appena vedete qualcuno
di speciale o diverso da voi, non gli date
neanche il tempo di presentarsi, che subito lo allontanate
abbandonandolo al destino deciso da voi,
un destino fatto di silenzio, solitudine e paura.
La paura di affrontare il giorno successivo.
Spegnete in lui la luce, la speranza di una vita migliore,
una vita che tutti meriterebbero.
Lo ripeto... siete fotocopie di carta,
destinate a bruciare nel vostro odio
e nella vostra rabbia.

AL