giovedì 5 novembre 2015

De bello Gallico, VI, 11

Ciao a tutti ! 
Vorrei pubblicare qui una riflessione di Caio Giulio Cesare sulle differenze culturali e sociali esistenti tra Romani, Galli e Germani. L'opera da cui traggo il suo pensiero è il noto "De bello Gallico", in particolar modo il capitolo 11 del VI libro:

"Poiché si è giunti a questo punto, non sembra essere errato parlare delle usanze della Gallia e della Germania e dire in che cosa questi popoli differiscano tra loro. In Gallia non solo in tutte le città e in tutti i villaggi e dappertutto, ma anche quasi nelle singole case ci sono delle fazioni, e di quelle fazioni sono capi coloro che sono ritenuti avere la massima autorità a giudizio di quelli, al cui arbitrio e giudizio spetta la totalità di ogni cosa e decisione. E sembra che sia stato stabilito così per questo motivo, affinché nessuno della plebe avesse bisogno d'aiuto contro uno più potente; ognuno infatti non permette che i suoi siano oppressi e raggirati, e se si comportasse diversamente, non avrebbe alcuna autorità. Questa stessa organizzazione è presente in tutta la Gallia e infatti tutte le città sono divise in due parti."

E' stato un piacere scrivervi.. A presto !

FV

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