lunedì 9 novembre 2015

De bello Gallico, VI, 12



1-5

1. Quando Cesare giunse in Gallia, erano capi di una delle due fazioni gli Edui, dell'altra i Sequani. 2. Questi, valendo meno di per sé, poiché la più grande autorità era fin dall'antichità nelle mani degli Edui e grandi erano le loro clientele, avevano aggiunto a loro i Germani ed Ariovisto ed avevano attirato a sé quelli con grandi elargizioni e promesse. 3. Ma portate a termine molte battaglie favorevoli e uccisa tutta la nobiltà degli Edui, li avevano superati a tal punto per potenza, 4. che facevano passare una gran parte dei clienti dagli Edui a sé e ricevevano come ostaggi i figli dei capi e li costringevano a giurare pubblicamente che non avrebbero intrapreso nessun progetto contro i Sequani e (a tal punto) che possedevano una parte del territorio confinante, occupata con la forza, e detenevano il principato di tutta la Gallia. 5. E spinto da questa necessità, Diviziaco, per chiedere aiuto, recatosi a Roma presso il Senato, era ritornato indietro senza che la cosa fosse portata a termine.

LI

1-4

Quando Cesare andò in Gallia, i capi di una fazione erano gli Edui, dell'altra i Sequani. Questi valendo di meno da soli, poiché nell'antichità la somma autorità era in mano agli Edui e grandi erano le loro clientele, avevano unito a sé i Germani ed Ariovisto e li avevano legati a sé con grandi elargizioni e promesse. In seguito, dopo che furono combattute davvero tante battaglie e dopo che fu annientata tutta la nobiltà degli Edui, li avevano superati così tanto in potenza che condussero gran parte delle clientele dagli Edui a sé e da questi ebbero come ostaggi i figli dei capi e li costrinsero a giurare pubblicamente che non avrebbero intrapreso nessuna decisione contro i Sequani e tanto che possedevano parte del territorio confinante, occupato con forza, e mantenevano la supremazia su tutta la Gallia.

DB

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