martedì 1 marzo 2016

Una tale offesa costringe ad amare di più, ma a voler bene di meno


Catullo, carme 72

Dicebas quondam solum te nosse Catullum,

Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem.

dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam,

sed pater ut gniatos diligit et generos.

nunc te cognovi: quare etsi impensius uror,

multo mi tamen vilior et levior.

qui potis est, inquis? quod amantem iniuria talis

cogit amore magis, sed bene velle minus.

 

Una volta dicevi che tu conoscevi solo Catullo,

o Lesbia, e che al posto mio non avresti voluto avere (neanche) Giove.

Allora ti amai non tanto come il volgo (ama) un’amica,

ma come un padre ama i figlio ed i generi.

Adesso ti ho conosciuta: perciò, anche se brucio intensamente,

tuttavia mi (sei) più vile e più leggera.

Com’è possibile, rispondi? Perché una tale offesa

costringe ad amare di più, ma a voler bene di meno.

 

Questo carme mi ha colpito molto, non tanto per la costruzione delle parole, quanto per il messaggio che il povero Catullo vuole lasciare a Clodia. Egli infatti dice espressamente di amarla, ma non è un amore normale, bensì è l’amore che solo un padre può provare per i figli e parenti, quell’amore vero, sincero. Ma la cosa più importante è che lui, nonostante tutte le offese, le promesse non mantenute, il trattamento ricevuto da comune "cliente", ami Clodia ancora più di prima.

Un altro aspetto che mi ha fortemente colpito, è che l’autore non si arrende mai, nonostante sappia benissimo che quello è un amore “impossibile”, continua ad amare Clodia e farà sempre di tutto pur di stare con lei.

Questa, a mio avviso, è la definizione più vera in assoluto della parola “amore”,  un "parolone" che al solo pensiero intimidisce tutti, me compreso, ma è un sentimento che ti porta a fare cose folli - vedi Catullo - che non ci si aspetterebbe mai.
© Google immagini

 
L’amore regala sensazioni che, se vissute, portano via su di un altro pianeta, un universo parallelo in cui c’è solo la persona che amiamo; ogni attimo insieme è d’oro e va sfruttato al meglio, niente e nessuno è più importante, perché lei colma ogni necessità. Questo è l’amore, ed io lo sto imparando in questo periodo della mia vita, leggendo questo folle d’amore, che scrive cose profonde, ed anche questa è la bellezza del Liceo Classico e di questi “frammenti di carta da quattro soldi”, così definiti erroneamente da molti, parole che ti permettono di capire il vero valore di questi sentimenti che a volte minimizziamo, per pigrizia o altre stupide motivazioni che caratterizzano il nostro secolo.

Concludo dicendo che oggi parliamo molto di globalizzazione, progresso, etc... quando poi non siamo ancora in grado di capire a fondo questi sentimenti, e l’unica soluzione è proprio leggere questi scritti di questi autori che, seppur banali all’apparenza, riescono a cogliere l’essenza dell’esistenza.
 
S. F.

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