venerdì 15 aprile 2016

Un giorno al Colosseo: il destino dei cadaveri dopo lo spettacolo

Del libro “Un giorno al Colosseo”, come capitolo da leggere, ho scelto “Il destino dei cadaveri dopo lo spettacolo”. Parla della fine che fanno i corpi degli uomini e degli animali dopo gli spettacoli, quando il Colosseo si svuota e ovunque l’aria è impregnata di morte.

Ovviamente dopo tutti i combattimenti c’è una grande massa di corpi da eliminare. La cosa più facile da fare sarebbe stato un grande rogo di massa in città, ma sarebbe stato troppo pericoloso. La seconda opzione era quella di trasportare su un carro tutti i cadaveri e successivamente buttarli in una fossa comune, ma lo Stato voleva mantenere la differenza tra le classi sociali anche dopo la morte, per questo era impossibile depositare nella stessa fossa di un gladiatore il corpo di un individuo ucciso nelle esecuzioni di mezzogiorno. Ecco perché esistevano i “collegia”, un insieme di famiglie che donavano contributi per la sepoltura dei loro cari. Il destino più crudele che potesse avere un cadavere era quello di non essere sepolto, infatti se su un corpo non venivano lanciati almeno tre pugni di terra, allora il morto era costretto a rimanere con l’anima nel mondo dei vivi. L’assenza di sepoltura era destinata a coloro che avevano ucciso un membro della loro famiglia. Chi si era macchiato di omicidio, non legato alla propria famiglia, da morto era destinato ad essere gettato nel fiume Tevere. Per il popolo era un modo per liberarsi di tutto quello che era legato all’omicida. Molti imperatori hanno subìto la stessa fine, come Vitellio nel 69 ed Eliogabalo, condannati dal popolo. Alcuni cadaveri poi, dicono che siano stati dati in pasto alle belve, come spesso faceva Caligola in mancanza di cibo, e non solo lui. Tra tutti i gladiatori, solo pochi potevano avere una meritata cerimonia di sepoltura. Venivano unti con degli olii e lasciati riposare su un letto, ricoperti di fiori, successivamente venivano cremati e la cenere era sepolta. Erano gladiatori che avevano guadagnato e avevano fatto guadagnare molto al proprio padrone. I cristiani invece, poiché si rifiutavano di partecipare al culto dell’imperatore, venivano accusati delle più gravi colpe e condannati ad una morte che distruggeva la loro speranza della resurrezione del corpo. Il loro corpo veniva infatti tagliati in pezzi, alcuni arti venivano sbranati dai cani, altri seppelliti, altri ancora bruciati in modo che la cenere potesse essere sparsa ovunque.
Molti erano anche gli animali morti dopo gli spettacoli e quelli inferiori ai 90 Kg venivano trasportati insieme ai corpi destinati al fossato. Gli animali morti dopo la caccia nell’arena, invece, venivano dati in pasto agli animali addestrati per lo spettacolo. Il resto veniva lasciato nel Colosseo. Si formava così una massa enorme di animali morti, che dava vita a varie malattie. Dovevano perciò cercare un modo per sbarazzarsene. Il più facile era dare al popolo la carne di questi animali. Gli aristocratici, gli artigiani e i commercianti non avrebbero mai accettato questo tipo di carne, perché la classe sociale a cui appartenevano non glielo permetteva, e inoltre avevano abbastanza denaro per comprare carne abitualmente. Il popolo invece era così povero che ogni mese l’Impero distribuiva gratis sacchi pieni di grano, che superavano di poco i 30 Kg, oltre al vino e all’olio. Per questo il popolo era ben contento di poter ricevere questa carne. Però il metodo di guadagnare la carne di questi animali morti dopo lo spettacolo non si basava sulla filosofia del “chi primo arriva meglio alloggia”. Durante lo spettacolo, infatti, venivano lanciate sugli spalti delle palline di legno con un numero; alla fine dello spettacolo, le persone si recavano al banco e ognuno ritirava il premio corrispondente al proprio numero, in modo che né il più furbo né il più forte avessero la possibilità di accaparrarsi il pezzo migliore. Era anche, forse, per questa distribuzione di cibo che il popolo amava i giochi del Colosseo.
Non capisco e non capirò mai come tutta questa violenza (caratteristica principale degli spettacoli del Colosseo) potesse tanto interessare. Non credo infatti che guardare più persone uccidersi tra loro o uccidere altri animali possa essere piacevole o addirittura divertente.
A. L.

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