martedì 5 aprile 2016

Un giorno al Colosseo: le gladiatrici

Le donne romane non potevano rinunciare ad essere protagoniste anche in alcuni spettacoli della vita pubblica, che a quei tempi aveva nel Colosseo uno dei luoghi principali; così, grazie alla loro volontà, riuscirono a prendere parte ai combattimenti e assunsero il titolo di “gladiatrici”. Ovviamente questa attività non riguardava molte donne, né era ammirata da tutte; vi erano sia gladiatrici con una tale passione da scendere volontariamente nell’arena, sia gladiatrici che non avevano via d’uscita e venivano costrette ad imbracciare le armi. Sfortunatamente gli storici non sono riusciti a risalire con esattezza al primo combattimento tra donne, ma vi sono alcune informazioni: a Ostia un organizzatore affermava di essere stato il primo ad averle inserite nella vita pubblica, ma in realtà si suppone che il primo combattimento abbia avuto luogo ai tempi di Nerone e non si trattava solo di donne prese tra gli schiavi, tra gli stranieri e i cittadini più poveri, bensì anche di donne vicine all’ambiente dei senatori.
Inoltre l’imperatore Domiziano, amante degli effetti speciali, organizzò uno spettacolo notturno nel quale le gladiatrici duellavano contro dei nani, sotto la luce delle torce. A dirla tutta, questi spettacoli raramente suscitavano una vera e propria ammirazione, erano piuttosto oggetto di curiosità e scherno. Uno di questi casi è iscritto sul bassorilievo di Alicarnasso risalente al I o al II d.C. e conservato nel "British Museum". Si tratta del combattimento tra “Amazzone e Achillea”: la prima ricordava agli spettatori le leggendarie donne guerriere, le Amazzoni; mentre la seconda era la variante femminile di Achille. Entrambe sono raffigurate con le stesse armi dei loro colleghi uomini, manca solo l’elmo. È probabile che la scena rappresenti un momento particolare: le due donne sono sormontate dalla scritta “apeluthesan”, ovvero le gladiatrici si erano battute con coraggio ed erano uscite con onore dall’arena. Però ai veri appassionati dei ludi gladiatorii, come Giovenale, non piaceva affatto veder combattere le donne. In particolare, l’imperatore Settimo Severo reputava quegli spettacoli addirittura un’offesa, così intorno al 200 li proibì.
D. B.

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