L’ode di
Saffo descrive la potenza dell’amore e i suoi effetti devastanti sull’animo.
Esprime l’amore che la poetessa prova per una fanciulla, appartenente al tiaso,
che deve partire perché promessa in sposa ad un uomo tramite un “contratto
matrimoniale”:
Saffo, fr. 31 V
Saffo, fr. 31 V
φαίνεταί μοι κῆνος ἴσος θέοισιν
ἔμμεν' ὤνηρ, ὄττις ἐνάντιός τοι
ἰσδάνει καὶ πλάσιον ἆδυ φωνεί-
σας ὐπακούει
καὶ γελαίσας ἰμέροεν, τό μ' ἦ μὰν τό μοι μὰν
καρδίαν ἐν στήθεσιν ἐπτόαισεν,
ὠς γὰρ <ἔς> σ' ἴδω βρόχε' ὤς με φώναισ' ὠς σε γὰρ ἴδω φώνας
οὐδ' ἒν ἔτ' εἴκει,
ἀλλ' †κὰμ μὲν γλῶσσα †ἔαγε λέπτον ἄκαν
δ' αὔτικα χρῶι πῦρ ὐπαδεδρόμηκεν,
ὀππάτεσσι δ' οὐδὲν ὄρημμ', ἐπιρρόμ- οὐδ' ἒν ἐπιβρόμεισι
βεισι δ' ἄκουαι,
†έκαδε μ' ἴδρως [ψῦχρος] κακχέεται τρόμος δὲ κὰδ δέ μ' ἴδρως
παῖσαν ἄγρει, χλωροτέρα δὲ ποίας
ἔμμι, τεθνάκην δ' ὀλίγω 'πιδεύης
φαίνομ' ἔμ' αὔται·
ἀλλὰ πὰν τόλματον ἐπεὶ †καὶ πένητα†
σας ὐπακούει
καὶ γελαίσας ἰμέροεν, τό μ' ἦ μὰν τό μοι μὰν
καρδίαν ἐν στήθεσιν ἐπτόαισεν,
ὠς γὰρ <ἔς> σ' ἴδω βρόχε' ὤς με φώναισ' ὠς σε γὰρ ἴδω φώνας
οὐδ' ἒν ἔτ' εἴκει,
ἀλλ' †κὰμ μὲν γλῶσσα †ἔαγε λέπτον ἄκαν
δ' αὔτικα χρῶι πῦρ ὐπαδεδρόμηκεν,
ὀππάτεσσι δ' οὐδὲν ὄρημμ', ἐπιρρόμ- οὐδ' ἒν ἐπιβρόμεισι
βεισι δ' ἄκουαι,
†έκαδε μ' ἴδρως [ψῦχρος] κακχέεται τρόμος δὲ κὰδ δέ μ' ἴδρως
παῖσαν ἄγρει, χλωροτέρα δὲ ποίας
ἔμμι, τεθνάκην δ' ὀλίγω 'πιδεύης
φαίνομ' ἔμ' αὔται·
ἀλλὰ πὰν τόλματον ἐπεὶ †καὶ πένητα†
Mi sembra simile agli dei
quell’uomo, che siede davanti a te
e vicino ti ascolta
parlar dolcemente e
ridere amorosamente.
A me questo sconvolge il cuore nel
petto,
ti vedo appena e non riesco più
a parlare,
la lingua si spezza, un fuoco sottile
mi corre sotto la pelle,
gli occhi non vedono più,
le orecchie rimbombano,
mi prende un sudore gelido.
Mi afferra tutta un tremito
e sono più verde dell’erba
Mi sembra di morire
Ma tutto si può sopportare…
Qui Saffo
vede come un dio l’uomo, poiché siede di fronte alla fanciulla e l’ascolta
ridere e parlare; la gelosia ha il sopravvento, come hanno il sopravvento le
emozioni che prova in quel momento: il cuore perde il battito, la lingua non
riesce più a muoversi, il fuoco la pervade e la fa sudare freddo, non vede e
non sente niente; pensa che sta per morire. Si è lasciata trasportare troppo da
questo sentimento, tanto che la sta conducendo fino alle porte dell’Ade.
Rispetto a Catullo nel carme 51, Saffo esprime ancora meglio la sofferenza che
la pervade. Ha scritto un’ode che rappresenta l’amore femminile,
incondizionato, un amore da cui dipende la vita stessa. Esprime completamente i
suoi sentimenti, rivelando il suo animo al lettore, aprendo la sua mente e il
suo cuore, mostrando non solo gli effetti interni di questo amore (la lingua
spezzata, le orecchie che rimbombano, il cuore sconvolto, gli occhi che non
vedono più, un fuoco che passa sotto le membra), ma anche quelli esterni (è
verde come l’erba, la prende un sudore gelido e sente che sta per morire).
Catullo, invece, non dimostra esternamente ciò che sta provando, tiene tutto
dentro sé. Ma una cosa in comune è che entrambi soffrono per il medesimo motivo…
l’amore.
Ma cos’è l’amore?
L’amore è un sentimento che spesso viene confuso con l’amicizia. Anche io
spesso faccio questo errore. Ma l’amore è quel sentimento che dà vita ad una
scintilla che man mano diventa un fuoco che scioglie il ghiaccio che circonda
il nostro cuore. L’amore converte tutto ciò che è grigio in qualcosa di
perfetto.
L’amore è una strada che percorriamo con la persona che diventa la luce dei nostri occhi, la luce che non smetteremmo mai di osservare perché non ci basta mai. Quella persona è il centro del nostro universo, è una delle nostre ragioni di vita. Non possiamo allontanarci da lui/lei, perché è come ossigeno per i nostri polmoni. È la persona a cui pensiamo costantemente e con cui vorremmo passare ogni secondo della nostra vita. È la persona per cui saremmo in grado di sacrificarci. È la persona che non vorremmo mai perdere che non avremmo il coraggio di lasciare.
L’amore è una strada che percorriamo con la persona che diventa la luce dei nostri occhi, la luce che non smetteremmo mai di osservare perché non ci basta mai. Quella persona è il centro del nostro universo, è una delle nostre ragioni di vita. Non possiamo allontanarci da lui/lei, perché è come ossigeno per i nostri polmoni. È la persona a cui pensiamo costantemente e con cui vorremmo passare ogni secondo della nostra vita. È la persona per cui saremmo in grado di sacrificarci. È la persona che non vorremmo mai perdere che non avremmo il coraggio di lasciare.
L’amicizia
invece è un legame invisibile che tiene unite due persone che si completano. L’amicizia
ci permette di avere qualcuno con cui parlare, con cui sfogarsi, qualcuno con
cui condividere le nostre pene e le nostre gioie, è una fabbrica di ricordi e
di momenti che rimarranno impressi nel nostro cuore, scolpiti nella nostra
mente e tatuati sulle nostre palpebre. L’amico è colui che rende la nostra
giornata un’avventura, è la persona che non ci stancheremmo mai di avere al
fianco, che ci ascolta, che ci vede cadere, cerca di salvarci, ma se non ci
riesce decide di andare incontro al nostro stesso destino e non si pente della
sua scelta. È colui che cerca in tutti i modi di farci ridere, che ci difende
ed è sempre dalla nostra parte, anche se è solo contro tutti. È la voce che ci
consolerà, la spalla su cui piangeremo, sono gli occhi che ci seguiranno per
infonderci coraggio e dire “ce la puoi fare, non sei solo”, le braccia che ci
stringeranno, è la mente che ragiona nel nostro stesso modo, è la presenza invisibile
ma costante, che ci accompagnerà lungo il nostro viaggio, è il pugno che
abbatterà i nostri ostacoli, è il corpo che ci farà da scudo. È la persona di
cui ci fidiamo ciecamente e che, una volta conosciuta, farà sempre parte di
noi.
A.L.