Può davvero
una statua millenaria, espressione di una cultura e di un tempo essere
offensiva per un uomo del 21° secolo?
Una domanda
quasi retorica per noi occidentali che di cultura greca e latina, di arte e
plasticità abbiamo intrise ogni cellula del nostro corpo. Il nostro patrimonio
anche genetico si fonda e si nutre proprio di quella ricerca del bello,
dell’infinito, della libertà che non è ostentazione né impudicizia. Eppure è
accaduto che qualcuno, occidentale, abbia pensato che quella cultura, quell’arte
potessero offendere.
E’ accaduto
in Italia, patria e culla dell’arte. E’ accaduto per “onorare”, dicono, la
visita del presidente iraniano Rohani in Europa, prima tappa Roma. Il
cerimoniale del presidente iraniano aveva chiesto che non capitasse che il
presidente potesse essere fotografato in situazioni imbarazzanti o contrastanti
la sua fede-cultura, compresa magari la vicinanza a statue ritraenti nudi. Ma
da qui a coprirle il passaggio è davvero lungo. Ed è ragionevolmente insostenibile. Abbiamo un
patrimonio unico al mondo, abbiamo avuto la fortuna di ereditare esempi rari di
ricerca della bellezza e dell’armonia. Abbiamo ricevuto proprio da quegli
antenati le radici di quel pensiero libero e creativo, che per ossequio alla
libertà, per rispetto della cultura fa si che i nostri rappresentanti
all’estero, uomini e donne liberi, si propongano nei Paesi di cultura e
tradizione diverse di volta in volta indossando il velo o la kippah, mangiando
kasher o non bevendo alcool. Noi no!
Noi per
ospitare e accogliere, togliamo i crocifissi dalle aule, copriamo statue
millenarie, bandiamo il vino dalle nostre tavole! Ma davvero è questa
l’ospitalità? Accogliere non è forse anche farsi conoscere, entrare in un
dialogo leale e aperto? Cosa c’è di leale nella “copertura”, nell’omissione?
Mi sento un
po’ sdegnato da questo tradimento alle radici e davvero spero che uomini Liberi
e più illuminati possano in futuro restituire al mondo l’idea di un’Italia
fiera del suo patrimonio. Non basta creare relazioni economiche per far
crescere un Paese e soprattutto non c’è bisogno di rinnegarsi.
L. I.
Nessun commento:
Posta un commento