Testi letti, tradotti e analizzati in classe:
http://www.unclassicodiverso.blogspot.it/2016/03/la-donna-nella-societa-germanica.html
I nostri commenti:
“E inoltre
considerano fra le cose più turpi avere la conoscenza della donna prima dei
vent’anni; e di questo non c’è alcun occultamento in quanto maschi e femmine si
lavano insieme nei fiumi, indossano pelli o giubbe di pelliccia, lasciando nuda
gran parte del corpo”. Cesare, attraverso questo brano, appartenente al VI
libro del “De bello Gallico”, presenta lo stile di vita dei Germani e
soprattutto, mediante gli atteggiamenti che le donne assumevano, descrive il
comportamento degli uomini germanici come qualcosa di assolutamente puro e
semplice. Infatti, al contrario di ciò che accadeva a Roma, le donne
germaniche, quando si lavavano nel fiume, potevano persino spogliarsi alla
presenza degli uomini, perché nessuno si sarebbe mai avvicinato… insomma
godevano del pieno rispetto. Tacito invece approfondisce, analizza nei minimi
particolari l’innocenza di queste donne. In effetti tende a condannare in
maniera implicita la spudoratezza delle donne romane e di conseguenza, essendo
disoneste, considera il popolo a cui appartengono inferiore. Inoltre Tacito
descrive il ruolo che le donne svolgevano all’interno della società e lo fa con
queste parole: “Gli uomini tardi conoscono l’amore e perciò più vigorosa si
mantiene la loro virilità. Né le fanciulle si sposano prima dell’età
conveniente: hanno la stessa robustezza dei giovani, simile statura; vanno a
nozze quando i loro corpi sono ugualmente forti e sviluppati e i figli
rinnovano la forza dei genitori”. Da questo passo si può dedurre che le donne
erano poste sullo stesso piano degli uomini, erano entrambi forniti di uguali
diritti. L’aspetto più notevole e soddisfacente che viene affrontato è il
patrimonio, poiché non è costituito da beni materiali, bensì da un elemento
familiari fondamentale, ovvero dai figli. Tacito continua ad elogiare queste
fanciulle, dicendo: “Si tramanda di schiere ormai sul punto di ripiegare e di
cedere, richiamati dalle costanti preghiere delle donne che esponevano il petto
e che indicavano loro la vicina prigionia, la quale temono di gran lunga per le
loro donne, a tal punto che si sentono più vincolate quelle popolazioni dalle
quali si pretendono, come ostaggi anche nobili fanciulle”. Infatti le donne,
oltre ad occuparsi dei propri figli, si rendevano utili anche in battaglia
prestando aiuto ai mariti, riorganizzando gli eserciti. D’altronde l’autore non
era l’unico ad approvarle, in effetti gli uomini temevano il rapimento, la
morte, l’insofferenza più per le donne che per loro stessi, dato che erano
considerati esseri provvidenziali, da non sottovalutare. L’ultimo tema
affrontato da Tacito è la partecipazione delle donne alla vita pubblica. Tacito
ce lo presenta con queste parole: “Perciò trascorrono la vita in sicura
pudicizia, non corrotte da attrattive di spettacoli o banchetti. Uomini e
donne ignorano allo stesso modo i segreti delle lettere”. Questo brano, a
seconda del popolo da cui viene letto, può diffondere valori positivi ma allo
stesso tempo negativi. Ad esempio, ai lettori dei Germani avrà trasmesso una reazione negativa, poiché viene confermata esplicitamente sia la loro
arretratezza culturale sia la proibizione imposta alle donne. Al contrario,
letto dai Romani, diventa una rappresentazione positiva; possono aver visto questo divieto
come qualcosa da introdurre per fermare gli adulteri che ormai erano all’ordine
del giorno. In realtà a Roma erano già stati effettuati dei provvedimenti, cioè
le “leges Iuliae”. Queste leggi riconoscevano il tradimento come un crimine da
scontare con l’esilio su un’isola e la confisca di metà del patrimonio, ma evidentemente
non servirono a molto. In Germania, con una tanto grande moltitudine di donne e uomini, gli
adulteri erano rarissimi, ma la pena da scontare è improponibile, inaccettabile
per i nostri attuali criteri morali e giuridici: il marito, dopo aver strappato
i capelli alla moglie e dopo averla denudata, alla presenza dei parenti, la
cacciava di casa e poi la frustava per le vie dell’intero villaggio. Per la
donna disonorata non vi era perdono: anche se bella, giovane o ricca, non
troverà mai più qualcuno che la ami. Dunque in Germania il rispetto era il
valore principale, ma una volta perso, non poteva essere recuperato in nessun
modo.
D. B.
Assistiamo a
due differenti presentazioni della donna germanica. Da un lato l’ammirazione
sincera di un uomo romano, Cesare; dall’altro una ricca descrizione da parte di
un uomo di origine germanica, Tacito. Cesare definisce la donna dei Germani
pura, in grado di essere rispettata anche da nuda. Tacito la descrive in modo
da sminuire quella romana. La presenta come una guerriera ideale, che partecipa
alle azioni belliche, una donna forte. La donna germanica è la sintesi fra
Lucrezia e le Sabine; ella è fedele al marito e cerca di condurlo sulla retta
via, mostrandogli il seno, simbolo di vita, come fecero le Sabine. Le donne
romane invece frequentano gli spettacoli pubblici, che si tengono in luoghi
dove l’adulterio è frequente; alle germaniche l’accesso a questi luoghi non è
permesso. In Germania, non a caso, “gli adulteri sono pochissimi, in un popolo
così numeroso”; parole che hanno lo scopo di delineare l’alto tasso di
tradimento che c’era nel popolo romano. Dai due autori si denotano in ogni caso
la purezza della donna germanica e la maggiore libertà di quella romana. In chi
avreste voluto rispecchiarvi? Io, sinceramente, in quella romana.
F. V.
Dal
confronto tra alcuni brani del “De bello Gallico” di Cesare e della “Germania”
di Tacito, si evince un quadro “diverso” dei costumi dei barbari, in
particolare del ruolo della donna. Mentre Cesare si sofferma su alcune
abitudini quotidiane, inerenti all’usanza di fare il bagno in modo promiscuo,
invece ai Germani non era nemmeno permesso sposarle prima dei venti anni,
perché una donna doveva raggiungere una certa età per essere presentata al
futuro marito. Infatti, come poi spiega Tacito, le donne germaniche non avevano
solo il compito di allevare i figli ma anche di consigliare i mariti e di
aiutarli nei combattimenti. Diversamente da queste, le donne romane
frequentavano i banchetti pubblici e i salotti letterari; il che, se da un lato
era un aspetto positivo, dall’altro favoriva la corruzione, perché spingeva le
donne all’adulterio. In Germania l’adulterio veniva punito non in modo conforme
alle leggi, ma con pene corporali e psicologiche e soprattutto la pena veniva
affidata al marito. Sicuramente Tacito, con questa opera, vuole dare un monito
alle donne romane, affinché prendano esempio dalla pudicizia delle germaniche,
visto che ai suoi tempi a Roma si stava diffondendo la corruzione morale.
EGJP
Questi passi
tratti dalla “Germania” di Tacito e dal “De bello Gallico” di Cesare rendono
bene l’idea della condizione femminile presso i Germani. Il primo brano è
tratto dall’opera di Cesare e ci fa capire come fossero rispettate le donne.
Infatti, nonostante si lavino nude e si vestano lasciando gran parte del corpo nuda,
gli uomini non si permettono mai di toccarle, inoltre non possono avere rapporti
con le donne che avevano meno di vent’anni. Nel secondo passo, Tacito analizza
con maggiori dettagli il ruolo della donna germanica: egli infatti è germanico
d’origine ed evidenzia la purezza d’animo e la moralità di questo popolo. In
realtà si può pensare che le sue parole siano anche una condanna contro la
corruzione delle donne romane, facendo capire che è quasi come se fossero i
Germani superiori ai Romani. Tacito infatti dice che le donne non si sposano
con fretta, anzi aspettano di avere stessa statura e robustezza degli uomini,
in modo da generare figli altrettanto robusti. Inoltre le donne non hanno solo
il compito di accudire i figli, bensì anche di aiutare in battaglia gli uomini,
che tengono talmente alle loro donne, che pur di non farle cadere in schiavitù,
riescono a dare sempre il meglio in battaglia. L’ultimo passo ci fa capire come
l’adulterio sia raro e come le donne, per evitare tradimenti, siano sempre
chiuse in casa; un fatto che, seppure
sembri essere molto negativo, rappresenta un lato positivo di quella società
agli occhi dei Romani, dove l’adulterio, specialmente nei luoghi pubblici dove
si tenevano spettacoli e banchetti, era all’ordine del giorno. Ovviamente però
non è tutto “rose e fiori”, infatti lo stesso Tacito ci dice che gli uomini e
le donne dei Germani erano analfabeti. Questi passi mi hanno fatto molto
riflettere su come un popolo così arretrato culturalmente possa avere così
tanti valori positivi, che nemmeno in un impero come quello romano ci sono.
S. F.
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