I gladiatori erano considerati pieni di fascino e virilità.
Ad essere colpite da queste doti erano le donne di qualsiasi rango, che
esprimevano i loro sentimenti con dediche sulle mura della scuola gladiatoria,
magari di notte, quando non c’erano molte persone per strada e la città era più
tranquilla. Molti artisti ritenevano riprovevole il comportamento dei
gladiatori, che seducevano tante donne, ed esprimevano questo disprezzo con
varie opere d’arte.
Simbolo di lussuria ad esempio è una statuetta di un
gladiatore, conservata al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con un pene
enorme, rivolto verso la bocca di un cane pronto a castrarlo. Per molte donne,
l’innamoramento era passeggero, altre invece erano protagoniste di vere storie
d’amore. Eppia, moglie di un senatore, fuggì ad esempio con il gladiatore
Sergio; Faustina, moglie di M. Aurelio, fu costretta a fare il bagno nel sangue
dell’amato gladiatore, e Messalina, nota prostituta del tempo, si concesse a
vari gladiatori. Una questione importante è poi se le donne dormissero nella
caserma con i gladiatori. Tra le ceneri di Pompei, gli storici hanno trovato
dei gioielli femminili e sono tre le ipotesi: potevano appartenere ad una delle
amanti dei gladiatori, potevano essere di una donna in fuga dall’eruzione del
Vesuvio oppure di una prostituta.
F. V.
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